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34. IL REGISTA… COLPISCE ANCORA!!


di Janus
22.06.2024    |    88    |    6 9.2
"Il baffuto, ormai saldamente dentro di me, mi prese per i fianchi e cominciò a stantuffare come un pistone nel mio retto; “Piano, piano…!” dovetti dirgli..."
Dopo l’ultimo incontro col regista fui di nuovo ospite del dongiovanni, ancora nella sua casetta in collina. Anche quella volt, iniziai spompinando il suo grosso cazzone, poi gli offrii il culo in ginocchio sul divano e dopo a pancia sotto sul letto. Fu proprio sul suo letto che, molto più del solito, lasciai libera la puttanella che c’era dentro di me: mentre lui mi sbatteva con vigore standomi sopra a cavalcioni io, occhi socchiusi e mani sotto il mento, presi a spingere il culo verso di lui ad ogni suo affondo, provando un intimo e nuovo piacere… lui apprezzò tantissimo il movimento in su e giù del mio sedere e mi sussurrò a più riprese “…Si… si… brava… così… quanto sei donna!!”. I movimenti ritmici del mio bacino, che combinai ogni tanto con una contrazione dello sfintere sull’asta del suo cazzone, però portarono il dongiovanni a perdere il controllo: dopo pochi minuti infatti lo sentii raggiungere l’orgasmo mugolando… insomma, quell’incontro fu più breve dei precedenti, ma anche molto più piacevole!!

Arrivò il venerdì successivo e con esso la mia insopprimibile voglia di femminilità e di cazzi; il dongiovanni non si era fatto vivo, per cui cominciai a valutare le alternative. Nei giorni precedenti avevo fatto amicizia online con un’altra travestita, che mi aveva proposto di coinvolgerla nelle mie avventure sexy; così le chiesi se fosse libera per andare insieme al luogo di carsex presso il mare, ma lei mi rispose di non essere in grado di liberarsi per quella sera… peccato. Decisi di andare da sola, la voglia era troppa! Appena finito col lavoro mi precipitai a casa, già tutta fremente, mi preparai e via in macchina verso la destinazione. In qualche decina di minuti fui nei pressi della zona di incontri; mi fermai fuori strada, tolsi il poco vestiario maschile, indossai la parrucca e gli occhiali da donna, poi percorsi l’ultimo chilometro. Il parcheggio era già animato, con alcune auto ferme e altre che si davano al carosello. Superai la sbarra, andai fino in fondo poi tornai indietro verso l’ingresso e mi fermai dove la volta prima avevo visto una travestita in minigonna chiacchierare con un uomo, appoggiata alla propria auto. Appena spento il motore un cinghiale si avvicinò svelto alla mia macchina, forse nella speranza di ottenere qualcosa da mangiare… carino! Rimisi in moto, feci di nuovo il giro, poi mi diressi verso il gli ultimi posti e parcheggiai. Scesi, mi aggiustai perizoma ed abitino, poi visto che nessuno si avvicinava mi diressi con la borsa in spalla verso il viottolo del mare.

Pensando che qualche maschione potesse essere in attesa tra la vegetazione, mi incamminai sul tavolato in direzione della spiaggia. Andai avanti fino ad arrivare in vista del mare, senza però incontrare nessuno; allora mi girai e ripresi il cammino per tornare indietro. La sera era abbastanza calda; d’istinto mi arrotolai il vestitino a maglia che indossavo su fino alle ascelle, trasformandolo in una sorta di corpetto reggiseno e rimanendo nuda dal petto ai piedi, a parte il minuscolo perizoma nero e le autoreggenti a rete… hhmmmm, che piacevole sensazione, la leggera brezza serale sulla pelle… mi strizzai leggermente i capezzoli e continuai a camminare verso il parcheggio. Più o meno a metà strada, subito dopo una leggera curva del percorso, scorsi un uomo appoggiato al corrimano: aveva l’uccello fuori dei pantaloni e stava segandosi lentamente! Io camminai sino ad arrivare nei suoi pressi, mantenendomi seminuda; giuntagli di fronte mi fermai e lui accennò una palpatina al mio culetto. Al chiarore della luna potei ammirare distintamente la sua dotazione: un uccellone duro, non particolarmente lungo ma di notevolissima circonferenza! “Wowww...” pensai tra me e me, estasiata e preoccupata allo stesso tempo “…Non sarà facile prenderlo per primo, questo…”. Rapita dalla visione di quel cazzone lucente, non ci pensai due volte e mi accosciai prendendolo golosamente in bocca; era davvero un grosso fungo e feci quasi fatica ad imboccarlo! Iniziai a succhiarlo e leccarlo ben bene reggendomi alle cosce di quell’uomo; mi parse di capire che gradisse molto il mio servizietto, per cui proseguii e cominciai ad immaginare come sarebbe stato bello prenderlo nel culo. Dopo forse un altro minuto di pompino, però, la delusione: quell’uomo, per qualche incomprensibile motivo, sfilò il suo magnifico cazzo dalla mia bocca e senza una parola si allontanò sulla passerella in direzione del parcheggio!! Mah… vallo a capire… peccato davvero!!

Dopo qualche istante anche io, sempre seminuda, ripresi il cammino verso il parcheggio. Ero quasi al piazzale quando incontrai un altro uomo, alto e ben piazzato, anche lui appoggiato al corrimano di legno. “Ciao…” mi fece; mi guardò ammirato e, senza perder tempo, mi passò le braccia attorno alla vita in un abbraccio mettendomi entrambe le mani sulle chiappe. Lo lasciai fare naturalmente: mi piace molto essere palpata dai maschioni arrapati! Ricambiai le sue attenzioni mettendogli la mano sulla patta, e lui tirò fuori l’uccello per darmelo in mano… un uccello di tutto rispetto in verità, leggermente meno grosso di quello che avevo appena succhiato, ma più lungo! Glielo presi in mano e iniziai a segarglielo delicatamente; lui si guardò intorno, per cui immaginai che non gradisse eventuali spettatori. Allora lo invitai a spostarci sul camminamento di qualche decina di metri verso la spiaggia, in modo da non essere disturbati. Appena fermi, lui tirò di nuovo fuori il cazzone dalla patta e io glielo presi subito in bocca. Anche quell’uccello, come il primo della serata, aveva un buon odore di pulito e io fui più che lieta di succhiarlo e leccarlo a dovere, con reciproci mugolii di approvazione. Me lo gustai per diversi minuti, cercando ogni tanto di prenderlo tutto fino alle palle; poi, con la bocca indolenzita per la forzata apertura, mi rialzai e passai all’uomo un profilattico, proponendogli di incularmi.

Capii dal suo sguardo che aspettava solo quello; mentre lui si incappucciava, io presi il gel lubricante e me ne misi una bella quantità sullo sfintere, spingendone un po’ dentro. Mi girai dandogli le spalle e lui si avvicinò facendomi sentire quel cazzone tra le chiappe; io glielo afferrai e mi appoggiai la cappella sul buchino, arretrando leggermente per prenderlo… ma non mi entrava, non ero abbastanza aperta!! Allora mi scostai appena e cercai di dilatarmi, infilandomi dentro le dita fino a raggiungere l’effetto desiderato; “Riproviamo…” gli feci, al che lui me lo appoggiò di nuovo sul buco. Stavolta, guidato dalla mia mano, il suo bastone di carne pian piano si fece strada nel mio retto e scivolò tutto dentro… “Hmmmm…” mugolai “…questo sì che è un bel cazzo!”. Lui iniziò quindi a sodomizzarmi, gustandosi il mio culetto con mormorii di piacere e di apprezzamento; io mi appoggiai al corrimano del camminamento per stare meglio a pecorina, ed accennai a sculettare ritmicamente verso di lui. Mentre mi montava, gli chiesi se fosse anche lui su A69, il sito di incontri a cui sono iscritta; senza smettere di incularmi, lui mi disse di sì accennando al suo nomignolo; “Forse siamo già amici…” gli feci “…verificherò più tardi…”.

Quell’uomo, oltre alla notevole dotazione, era anche molto resistente; continuò a sbattermi fino a rendermi esausta, per cui ad un certo punto mi staccai da lui dicendogli che lo volevo ancora in bocca; lui allora si tolse il profilattico e si pulì a dovere con delle salviette umidificate. Sempre vogliosa, mi abbassai di nuovo di fronte al suo uccellone e, reggendomi alle sue cosce, ripresi a sbocchinarlo… pur incerta, dentro di me si fece strada l’idea di farmi sborrare in bocca: quel cazzone era proprio di mio gradimento!! Andai avanti a succhiarglielo ancora qualche minuto senza che lui accennasse di essere prossimo all’orgasmo; ad un certo punto mi fece “…Posso resistere molto, sai… e poi non voglio venire subito, la serata è ancora lunga!”. Allora io mi rialzai con un sorriso, lui rimise l’uccello nei pantaloni, e ci salutammo; si incamminò e io lo seguii verso il parcheggio, dove ci perdemmo di vista.

Erano circa le 22 e il viavai di auto continuava, ma meno frequente del tipico venerdì sera. Io gironzolai tra la mia macchina e l’imbocco del camminamento, in speranzosa attesa di altri uccelli. Ad un tratto vidi venire verso di me un uomo molto alto; una volta vicino a me, però, mi resi conto che aveva una parrucca nera a caschetto e una specie di gonna aperta dietro per lasciare in mostra il culo: era un’altra travestita, una sorellina! Mi salutò con un “Ciao… stasera c’è poco movimento…”; io ricambiai il saluto e accennai qualche chiacchiera di circostanza, mentre entrambe osservavamo le auto che giravano dentro e fuori del parcheggio. Dopo qualche istante una utilitaria bianca si fermò nella vicina rotonda e la sorellina, superata la recinzione, si portò sul lato del guidatore e scambiò con lui qualche parola; l’uomo spense il motore e scese dall’auto, poi li vidi entrambi imboccare la passerella per il mare e sparire tra la vegetazione. “Buon per lei” pensai tra me e me, camminando avanti ed indietro nel parcheggio; poi però mi venne voglia di guardarli, perciò feci a mia volta qualche passo sul camminamento. Loro due erano fermi appena più avanti, l’uomo di spalle e lei accosciata davanti a lui che gli succhiava con foga il cazzo, accompagnando il pompino con qualche gemito… io li osservai per un po’ senza farmi vedere, poi tornai al parcheggio.

Poco dopo vidi arrivare un’altra utilitaria che puntò verso la mia auto per fermarsi nel posteggio di fronte; ne scese un ometto, che intuii essere il beneamato “regista”. Chiusa la portiera, venne verso di me che attendevo in fondo al parcheggio e mi salutò con un sommesso “Ciao…”. Ricambiai il saluto e per un po’ parlammo di come stesse andando la serata, da parte mia accennando anche all’altra travestita che stava prendendolo in bocca tra i cespugli. Lui mi propose di andare a vedere la scenetta e io concordai, seguendolo lungo sulla passerella per il mare fino a dove avevo lasciato i due poco prima. L’uomo, un tizio di mezza età con i capelli lunghi, stava ancora gustandosi il bocchino che la travestita gli stava regalando; il regista si portò appena più avanti e prese ad ammirare la scena, mentre io finii per trovarmi accanto al capellone. Come si accorse di me, quell’uomo fece “Ciao!!” con un gran sorriso e mi passò il braccio dietro la schiena per palparmi vigorosamente il culo… naturalmente io lo lasciai fare, più che lieta!

Per un po’ il capellone mi accarezzò il didietro, cercando ogni tanto di infilarmi le dita nel buchino, mentre la sorellina continuava a succhiargli il pisello; poi lei sembrò essersi stancata, perché si rialzò e si scostò di un paio di metri… forse era stata infastidita dal mio arrivo? Non saprei dirlo. Fatto sta che il capellone, con in mano un notevole cazzone duro, forse spinto dal regista che gli aveva sussurrato qualcosa, rivolse le sue attenzioni a me. A quel punto non persi tempo: gli passai svelta un profilattico e presi il lubrificante per preparare il mio buchino alla nuova monta. Il capellone si infilò il guanto e si prese l’uccello con la mano sorridente, ovviamente pronto ad impalarmi; io, unto e dilatato a dovere l’ano, mi girai e lo aiutai a puntarmelo bene… il regista mi prese le chiappe con le mani e me le divaricò, forse per mostrare meglio le mie grazie al capellone; questi spinse piano, la sua grossa cappella superò lo sfintere e scivolò dentro di me con tutta l’asta, fino alle palle… che stupenda sensazione!!

Era il secondo grosso cazzo della serata, della lunghezza giusta, e me lo gustai da brava troietta. Mi appoggiai al corrimano in legno, che sembrava lì apposta, e protesi bene il culo verso il capellone inarcando in basso la schiena; lui mi tenne per i fianchi e mi sbatté con forza, mormorando apprezzamenti e palpeggiandomi di tanto in tanto capezzoli ed inguine. Il regista restò di fianco ad ammirare la scena, e la sorellina rimase poco più avanti in disparte, lanciandoci fugaci occhiate. Mentre eravamo tutti presi dalla mia monta, arrivarono dal parcheggio prima un uomo poi un altro; entrambi si fermarono vicino a noi a guardarci… mi sentivo in estasi, davvero, in quella situazione: femmina troietta e montata, sotto lo sguardo di vari uomini libidinosi!!

Anche il capellone, come l’uomo che mi aveva inculata una mezz’ora prima, si rivelò molto resistente e mi sodomizzò per parecchi minuti, ora rallentando ora accelerando. Io sculettai a più riprese verso di lui, restando appoggiata al corrimano e abbassandomi o alzandomi leggermente sulle ginocchia per mantenermi all’altezza giusta ed accogliere bene tutto il suo cazzone. Tuttavia, a differenza del mio primo amante della serata, quest’uomo era là per godere per cui, dopo aver aumentato improvvisamente la frequenza degli affondi, mi assestò alcuni ultimi colpi di bacino e infine si fermò con un gran gemito di piacere a contatto dei miei glutei: capii che aveva finalmente sborrato, immagino riempendo il preservativo ben addentro il mio culetto! Ci staccammo, entrambi esausti ma soddisfatti, ed io fui gratificata dal suo gran sorriso che, prima di allontanarsi, mi chiese se avesse potuto contare ancora sulla mia presenza in quel posticino le settimane successive “…Di venerdì in genere sì…” risposi io salutandolo. Dopo di lui, anche uno dei due spettatori si allontanò verso il parcheggio, per cui il nostro gruppetto oltre me stessa si ridusse al regista, alla sorellina ed al secondo spettatore che intanto aveva tirato fuori l’uccello, segandosi lentamente. Ancora provata dalla recente inculata, mi avvicinai all’altra travestita e le feci “Dai cara, perché non lo prendi un po’ anche tu…?”; lei però mi rispose con un capriccioso “…No, quello non mi garba...”. Chissà, forse si era ingelosita perché il capellone che aveva sbocchinato inizialmente alla fine aveva inculato me invece di lei…boh?!

A quel punto, il regista mi invitò a prendere in bocca l’uccello dello spettatore rimasto con noi, un ometto non molto alto, con dei baffoni alla messicana. Però io sono sempre abbastanza restia a prendere in bocca il cazzo in luoghi da carsex, perché non ho certezza delle condizioni igieniche… quindi, o l’uccello in questione mi ispira oppure niente pompa! E nel caso specifico, non ebbi voglia di prendere l’uccello del baffuto in bocca; il regista non insistette e mi suggerì allora di prenderlo di nuovo nel culo, cosa che naturalmente accettai al volo. Presi un altro profilattico dalla mia fida borsa e lo passai al baffuto, poi mi misi dell’altro gel lubrificante nel buchino… abbondare non guasta, in questo caso! Intanto l’ometto con i baffi abbassò un po’ i pantaloni e lasciò svettare fuori il suo cazzo per intero… e che “cazzo”! Oltre che grosso, più o meno come i due che avevo già gustato nel culo quella sera, era anche piuttosto lungo!!

Appena fummo entrambi pronti, io mi girai e il baffuto si avvicinò al mio culetto; io gli presi l’uccello in mano e, data la differenza di altezza, piegai le ginocchia per abbassarmi fino ad essere in linea con quel cazzone. Prendendolo per l’asta, guidai la sua cappella dritta dentro il mio sfintere e, arretrando verso quell’uomo, mi impalai lentamente e fino in fondo su quel magnifico bastone di carne calda. Il baffuto, ormai saldamente dentro di me, mi prese per i fianchi e cominciò a stantuffare come un pistone nel mio retto; “Piano, piano…!” dovetti dirgli sottovoce, perché il suo lungo uccello mi urtava in fondo e mi dava un po’ di fastidio. Ma la mia richiesta fu inutile: il baffuto continuò imperterrito ad incularmi a fondo, con sonori “Spat! Spat” sulle mie chiappe! Quel cazzone comunque mi dava piacere, per cui cercai di sopportare il dolorino che mi causava quando arrivava troppo in profondità… cercai soltanto di alleviare il fastidio stringendo i glutei ogni tanto. Anche quel terzo cazzo della serata lo presi piuttosto a lungo; l’occasionale amante mi sodomizzò per parecchi minuti, con ritmo costante, sotto gli occhi del mio regista e della travestita che era rimasta nei pressi.

Nonostante il piacere, a lungo andare cominciai ad accusare il fastidio che ogni tanto provavo… poi, finalmente, il mio torello iniziò ad accelerare il ritmo sbattendomi con più foga e, dopo parecchi altri affondi, anche lui ebbe l’orgasmo con un rantolo di piacere. Dopo avermi tenuta stretta a sé per qualche secondo, si staccò, si disfece del profilattico pieno e, sorridendo senza dire una parola si allontanò verso il parcheggio sulla passerella dileguandosi tra i cespugli. Io mi ripulii appena il buchino del gel che colava, lasciandomi il resto dentro… mi piaceva troppo, sentirmi lo sfintere tutto slabbrato e unto! Il regista scambiò con me qualche chiacchiera compiaciuta del tipo “…Anche stasera te ne ho fatti prendere di bei cazzi, eh bella puttanella…??”; data l’ora, poi lo salutai e presi la via di casa senza poter fare a meno di ripensare soddisfatta, per tutto il viaggio di ritorno, alla bellissima serata trascorsa da femmina in calore!
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